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INSEGNARE FOTOGRAFIA

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Insegnare Fotografia oggi è un imperativo. Un dovere etico, vista l’enorme diffusione dell’azione fotografica inconsapevole, data dala possibilità tecnologica di fotografare tutto con straordinaria facilità.

La Fotografia pare essere il più facile linguaggio oggi disponibile. Pare basti uno smartphone e un minimo di buon gusto.

Non è così.

In un tempo storico in cui fotografare è divenuto un fatto “sociale” sempre più forte e irreversibile, è importantissimo FORMARE e INFORMARE, piuttosto che contrastare a difesa della propria professionalità di fotografo e del proprio volume di lavoro.

Per insegnare Fotografia devono essere rispettate alcune condizioni indispensabili:


  1. 1.Essere fotografo professionista, perché soltanto esercitando costantemente la disciplina si può avere la misura di cosa e di come insegnare;

  2. 2.Avere la capacità di individuare le caratteristiche personali di ogni corsista su cui orientare l’insegnamento;

  3. 3.Conoscere la Storia della Fotografia e saperla interpretare alla luce della contemporaneità;

  4. 4.Conoscere cosa avviene nella disciplina fotografica giorno dopo giorno e in ogni area socio-culturale del pianeta;

  5. 5.Avere maturato opinioni ferme sul senso della Fotografia, sui significati del suo utilizzo da parte dei media;

  6. 6.Conoscere le varie possibilità narrative della Fotografia: come raccontare e come leggerla.


Ecco pertanto che, vista la grande quantità di persone e associazioni che danno e organizzano corsi di Fotografia, il DOCENTE diventa determinante. Come in ogni professione, non è uguale andare da un avvocato o da un altro, da un medico o da un’altro, da un architetto o da un’altro, da un meccanico o da un altro.


Ciò che contraddistingue il mio metodo d’insegnamento è il lavoro SULLA PERSONA. Fotografare è un’azione che nasce dalle proprie intime strutture psicologiche ed emotive. Il bravo docente-fotografo deve saper portare il corsista ad individuare le proprie attitudini personali specifiche, i desideri, le peculiarità emotive e le aree di interesse su cui poi basare l’insegnamento.


LEZIONI PRIVATE

Si caratterizzano per l’alto grado di approfondimento su qualsiasi aspetto. Il lavoro, in assenza di richieste specifiche, si sostanzia nello sviluppo di un progetto visivo, scelto assieme al cliente, attraverso il quale s’imparano i contenuti principali della disciplina fotografica.


CORSI COLLETTIVI

Sono cicli di 6-10 lezioni, fatte in gruppi di 10-20 persone, su un tema comune per tutti. Generalmente sono organizzati da Circoli, Associazioni, privati. La principale caratteristica qualitativa dei corsi è la possibilità di confronto del proprio lavoro con quello degli altri corsisti, essendo ogni progetto individuale visto, commentato, revisionato collettivamente.


WORKSHOP / LABORATORI

Due o più giorni di full immersion in un aspetto specifico della Fotografia. L’efficacia maggiore di questa formula è data dallo sviluppo di uno stesso progetto, comune a più persone, negli stessi spazi e tempi e con gli stessi gradi di libertà e gli stessi vincoli. Un’avventura intensiva sempre appassionante.


Qui di seguito un elenco dei principali corsi e workshop fatti (in ordine cronologico).

INSEGNAMENTO DEL LINGUAGGIO VISIVO E DELLA FOTOGRAFIA PER IMMIGRATI, RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATI

DI QUALSIASI GRADO DI SCOLARIZZAZIONE ED ETA’

LABORATORI DI FOTOGRAFIA PER BAMBINI E RAGAZZI DAGLI 8 AI 14 ANNI ‘Camera Mignon ®’


CORSO DI FOTOGRAFIA GENERALE (base, intermedio, avanzato)

IL RITRATTO

IL RITRATTO IN STUDIO

LA REALIZZAZIONE DI UN’IDEA (intermedio e avanzato)

LE FORME SCONOSCIUTE DELLA MATERIA: IL PROGETTO SULL’OGGETTO

FOTOGRAFARE LA NOTTE

IL NUDO

FOTOGRAFARE IL MOVIMENTO

LA FOTOGRAFIA DI SCENA

FOTOGRAFARE LA DANZA

FOTOGRAFARE IL TANGO

LA FOTOGRAFIA E IL VIAGGIO

LA FOTOGRAFIA NELLA COMUNICAZIONE E NELL’OFFERTA TURISTICA

RITRATTO E AUTORITRATTO COME ESPRESSIONE DI SE’

LE ALLEGORIE DEL CORPO

FOTOGRAFIA D’ARCHITETTURA O ARCHITETTURA FOTOGRAFATA?

LO STILE - ALLA RICERCA DEL PROPRIO -

LABORATORIO S.P.R.A.R.

IL RITRATTO DEL CORPO

come accedere nella sfera più intima del soggetto

IL RITRATTO COME NARRAZIONE DI SE’

CORPO E LUCE

IL CORPO IN SPETTACOLO

IL RITRATTO COME CONTESTUALE NARRAZIONE DI SE’

FOTOGRAFIA E PERCEZIONE

seminario sull’individuazione dei propri sensi per imparare a sentire oltre la ragione e accedere a una via personale alla Fotografia

IL CORPO SOTTILE

seminario per imparare ad accedere alla struttura dinamica ed energetica del corpo per poterlo ritrarre

LE MASCHERE DEL CORPO

teatro e fotografia, workshop di sperimentazione sul corpo

TINAWEST

due giornate dedicate e ispirate a Tina Modotti e a Edward Weston, suo maestro, amante e tantissimo amato

CC – CORPO CONTEMPORANEO

workshop di Fotografia sul corpo

IL CORPO CHE NON C’E’

workshop di Fotografia sul corpo

FOTOGRAFARE CON LO SMARTPHONE

corso di 16 ore

DAI GESTI E DAI SEGNALI

workshop di Fotografia sul corpo

DALLO SGUARDO ALLA TECNICA

ciclo di lezioni sul rapporto tra pensiero fotografico e tecnica per esprimerlo


Gallery S.P.R.A.R.SPRAR.htmlSPRAR.htmlshapeimage_1_link_0

UN ESEMPIO DI METODO


IL CORPO CHE NON C’È

workshop

VIDEO










Del corpo si dice, tradizionalmente, la sua funzione comunicativa primaria nella relazione umana. Sempre si evidenzia il suo essere linguaggio, nella psicologia comportamentale come nell’arte. Si presenta costantemente come luogo fisico che esprime messaggi, più o meno consapevoli e più o meno intellegibili da coloro che li ricevono.

C’è però un altro modo di essere corpo, quindi di fotografarlo: la sua assenza.

L’arte di tutti i tempi e di tutte le civiltà ha spesso guardato il corpo come oggetto simbolico, che essendo afferente alla religione, all’idea di natura, di fertilità, all’etica, è stato un corpo ideale, immaginato. Nella storia della Fotografia, invece, questo è stato un tema affatto affrontato, escludendo la fotografia spiritica ottocentesca.

 

Come si concepisce mentalmente un corpo che non si conosce ancora?

Cosa succede in noi nella costruzione dell’immagine mentale di quel corpo?

Quanto è vero che la nostra ricerca di comunicazione con l’altro, ritenuta da sempre necessaria alla Fotografia ritrattistica, deve prendere le mosse e l’ispirazione dal solo corpo fisico?

Quali suggestioni e quali risultati si ottengono, poi, dalla rappresentazione fotografica di quell’idea così formatasi?


Il workshop è cominciato qualche giorno primo degli scatti. Le 3 persone fotografate sono state preventivamente “conosciute” via chat e senza far alcun riferimento alla loro fisicità. La formazione dell’idea sulle persone da parte dei fotografi, è stata pertanto un’esperienza puramente immaginativa.

Cosa è successo alla Fotografia quando ha dovuto mettere assieme l’opinione sulla persona, formatasi nella testa del fotografo, con le sensazioni che ha poi ricevuto quando ha dovuto fotografarla?